Cerco delle parole vecchie, circa
marzo 2004.
Nei giorni che precedevano la
Pasqua ci sono più occasioni per leggere e rileggere la passione di Gesù.
Leggere della sua sofferenza, immaginare il suo dolore, immaginare le frustate
che nel colpirlo scarnificavano, immaginare, immaginare la corona di spine
posta sulla testa ed i colpi canna in testa che conficcavano ancora di più
nella testa le spine, immaginare questo mi provoca e penso ci provochi,
provochi a tutti noi un dolore quasi fisico. Sappiamo il perché di tutto
questo, ma ci sono due perché che in questi giorni non mi hanno tanta tregua ai
quali ho cercato di dare una risposta.
Il primo perché riguarda Giuda.
Perché Gesù lo
sceglie perché non lo caccia via? Perché non lo spinge? Perché non lo elimina?
Gesù ha pazienza, aspetta la sua conversione, desidera questa conversione di
Giuda ardentemente, tenta di tutto per spingerlo a farlo diventare buono. Gli lava i piedi come fa con gli altri
apostoli, pur sapendo che quegli stessi piedi si sarebbero mossi contro di lui,
gli offre un boccone di pane intingendo nel suo piatto e questo è un gesto di
attenzione di affetto: penso all’ultima goccia di caffè che porgi all’altro,
all’ultimo boccone che fai nel piatto, rimani, insoddisfatto, come se non avessi
preso il caffè, come se non avessi mangiato. Gli parla quasi col dolcezza:
quello che devi fare fallo subito tanto che gli altri neanche capiscono cosa
deve fare. La vicenda di Giuda ci consegna questa verità: Dio continua ad
amarci anche quando cadiamo nel peccato. Dio ci tende la mano anche quando lo
feriamo ed è grado ad abbracciarci solo se intravede un barlume di pentimento!
Il secondo perché
riguarda il sangue e l’acqua che scaturiscano del suo costato!
Mi chiedo perché scaturiscano sangue e acqua
Gesù era già morto il suo sangue doveva già essere rappreso, cioè coagulato,
addensato. Doveva già essere denso. Invece l’evangelista ci tiene a
testimoniare che scaturiscono dal suo costato sangue ed acqua. Perché
l’evangelista sottolinea questa testimonianza.
Mi dico che questo fatto deve certamente essere importante. E’ un fatto
importante e nuovo richiama tantissimi episodi del Vecchio e Nuovo Testamento,
ma c’è un brano che abbiamo letto recentemente in questi giorni di quaresima e
allora mi dico che ci deve essere un collegamento e vado a rileggerlo. E’ un
brano del profeta Ezechiele che parla del Tempio e di tanta acqua che esce da
sotto il Tempio fino a diventare un fiume, un grande fiume navigabile e dove
c’è acqua c’è vita, l’acqua è una benedizione del Signore e Gesù ho detto di se
stesso: distruggete il Tempo ed io lo ricostruirò in tre giorni. Lui è il
Tempio e da Lui scaturisce l’acqua che porta la vita. Penso al capitolo 7 del
Vangelo di Giovanni dove Gesù dice: - “chi ha sete venga a me e beve” e dice
questo riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuti i credenti in Lui. Penso
a Gesù a colloquio con la Samaritana alla quale dice: che l’acqua che lui da
togli e ogni sete, chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete.
Gesù riceve un colpo di lancia nel petto, un colpo di lancia nel cuore. Se
andiamo a leggere il versetto del capitolo 13 di Giovanni, leggiamo: - “Gesù
avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine”. E veramente ci
ha talmente amato che non solo immola se stesso sulla croce, ma ci da persino
il suo cuore! Il suo cuore viene
squarciato e da esso scaturisce l’acqua che da vita e il sangue che è la vita.
Il sangue versato ci da il senso del sacrificio dell’agnello immolato. Il
sacrificio dell’agnello offerto per la salvezza del mondo. L’acqua dunque è il simbolo dello Spirito, è
lo Spirito il sangue attesta la realtà del sacrificio dell’agnello. I padri
della Chiesa hanno visto nell’acqua il simbolo del battesimo, nel sangue quello
dell’Eucarestia. Sangue e acqua simbolo dei sacramenti della Chiesa. Questi
riferimenti sacramentali ci rimandano al mistero della Chiesa, che nasce dal
costato di Cristo. Una nuova Eva che nasce da Cristo, nuovo Adamo. Ad Adamo,
Dio apre il costato, durante il sonno per dare vita ad Eva da una sua costola.
Dal costato di Cristo scaturisce la Chiesa. Adamo può dire di Eva tu sei come
della mia carne. Cristo, nuovo Adamo, nella Chiesa, sua sposa, può dire: Essa è
Spirito del mio Spirito.
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