venerdì 8 maggio 2020

scritto nel 2003

Un tempu

Mi mettu a pinsari ogni tantu
quandu me patri si chiamava “Santu”,
quandu cu triddenti zappava la vigna
e tinia ‘a coppula supra la tigna

o quandu scausu pistava ‘a racina
e lu mustu schicciava ‘nta tina.

O quandu da liva era ‘u tempu:
iddu sveltu chi mani ‘a cugghia,
tuttu un peti ‘nto lampu ‘u finia
e mai ogghiu ccattoi ‘a putia.

Mi ricordu puru ogni tantu,
quandu jò sittatu ‘o so cantu,
mi cuntava di mari ‘ntimpesta
o chi usandu sveltu la testa

ci rubava e tedeschi ‘i patati
o… chi soddi erunu sempri cuntati.

Ora lu vaddu…mi pari ‘n’mischinu
(lu me cori di lacrimi è chjnu),

è sittatu misu o’ncantuzzu
li so spaddi, fannu l’inchinu
e di nomi si chiama “Santuzzu”.



© Francesco

10 commenti:

Tomaso ha detto...

Caro Francesco, bella questa tua poesia, io non ho capito tutte la parole ma di sicuro Dio si!!!
Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso

Mirtillo14 ha detto...

Da buona milanese, credo di aver capito che ricordi i tempi andati, quando tuo padre lavorava nei campi, produceva l'uva , raccoglieva le olive e ti raccontava del mare in tempesta e di quando i tedeschi rubavano le patate (succedeva anche qui !!) Ora lui non c'è più e il tuo cuore è colmo di lacrime. Ti capisco, anche mio padre se ne è andato da un anno e lo ricordo sempre con tanto affetto. Buona serata.

Gus O. ha detto...

L'artigianato è stato distrutto dalle tecniche industriali.
In ogni caso i sapori del pomodoro e dei vini sono i migliori d'Italia.
Mio zio si chiamava Santo. Quando con mio padre andavo a Petralia Soprana a vedere i nonni, lui mi portava a Palermo, a fare spese alla Vucceria,
Ciao Francesco.

francesco ha detto...

Tanti anni fa, ero in Palermo, un mese, ero un soldato. Non ricordo con tante vie e camminavo. La Vucceria ero li! Ciao Gus!

francesco ha detto...

"Marti" mio padre nel 2004, da lontano, si al cielo. La mia lingua é persa e tu veramente li capisci. E anche un abbraccio!

francesco ha detto...

Tomaso ciao. Mio padre era nella guerra e io ascoltavo i ricordi di mio padre. Tomaso non é semplice per scrivere. Il mio Ictus, la mia malattia: Afasia. Tomaso la mia lingua con tante parole e perse. Buona notte con la forza e un abbraccio|!

sinforosa c ha detto...

Un ricordo dolcissimo verso il tuo papà. Complimenti Francesco. Buona giornata.
sinforosa

francesco ha detto...

Bellissima fine settimana "Sinfo". Solo un pensiero….anche voi...

OLga ha detto...

Molto bella questa poesia in dialetto siciliano dedicata a tuo papà!Buona serata ciao OLga

francesco ha detto...

Tanta gioia Olga. Io non riesco più, la mia lingua. Solo postare. Il mio padre in guerra era, un anno, in Trieste! Era marinaio!

BUONA PASQUA

  PER TUTTI VOI: BUONA PASQUA E TANTA GIOIA, HALLELUJAH!